Certificazione impianto elettrico: quale il costo?

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Certificazione di un impianto elettrico ha un costo proporzionato alla parcella del tecnico.

La certificazione dell'impianto elettrico è un documento importante, necessario, la cui assenza provoca conseguenze spiacevoli (in alcuni casi). Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla certificazione dell'impianto elettrico, con un approfondimento sui costi, sulle modalità di risparmio e sulle normative.


 

Certificazione impianto elettrico: cos’è

 

La certificazione dell'impianto elettrico, ufficialmente nota come “dichiarazione di conformità”, è un documento che attesta che l’impianto elettrico è conforme alle norme di legge in termini di sicurezza.

Viene rilasciato dalla ditta o dal professionista che ha predisposto l’impianto o che l’ha modificato. In questo secondo caso, se esiste già una certificazione rilasciata dopo la sua installazione ex novo, il documento fa riferimento alle sole parti modificate.

La certificazione dell'impianto elettrico è obbligatoria. Essa va allegata nei seguenti casi.

 

  • Allaccio di nuove utenze.
  • Richiesta del certificato di agibilità.
  • Rogito notarile in caso di compravendita, donazione, cessione.
  • Richiesta del nulla osta Prevenzione Incendi (solo per gli immobili a uso commerciale).
  • Contratto di locazione, a meno che locatore e conduttore si accordino diversamente.

 

Costo applicato dalle imprese per una certificazione impianto elettrico: prezzi medi
     
  Da A
Certificazione impianto elettrico per impianto esistente 150,00 € 200,00 €
Certificazione impianto elettrico con lavori di adeguamento 200,00 € 600,00 €

 

 

Certificazione impianto elettrico: la normativa

 

La certificazione dell'impianto elettrico, ossia la dichiarazione di conformità, è disciplinata dalla legge n. 46 del 1990, la quale è stata però sostituita dal decreto ministeriale n. 37 del gennaio 2008.

L’ordinamento sancisce l’obbligo di certificazione per l'impianto elettrico (e di altri impianti, come quello del riscaldamento) sia per gli edifici pubblici che per quelli privati. In riferimento agli impianti elettrici realizzati prima dell’entrata in vigore della legge del 1990, tuttavia, è possibile procedere con la redazione della Dichiarazione di Rispondenza (un documento surrogatorio).

Il decreto ministeriale del 2008, tra le altre cose, ha fatto luce sul rapporto tra certificazione e atto notarile. Esso ha ribadito la necessità di allegare il documento ma ha escluso la possibilità che, in mancanza di esso, l’atto possa essere dichiarato nullo. Tuttavia è necessario che l’eventuale assenza sia specificata nell’atto, il quale deve contenere inoltre una dichiarazione con la quale l’alienante si impegna ad adeguare l’impianto alle norme o, in alternativa, acconsente a uno sconto sul prezzo di vendita.

L’importante, in estrema sintesi, è che l’assenza della certificazione sia menzionata e accettata, secondo certe condizioni, dal compratore.

 

 

Certificazione impianto elettrico: quali i prezzi

 

I prezzi sono variabili e, in alcuni casi, assenti. Quest’ultima fattispecie riguarda la realizzazione ex novo degli impianti, a cui deve seguire obbligatoriamente il rilascio della certificazione.

Nel caso in cui una ditta o un professionista venga chiamato a certificare un impianto già esistente, il costo dipende da tre fattori: la complessità dell’impianto, la necessità di lavori di adeguamento, le richieste discrezionali della ditta o del professionista. Siamo, comunque, nella peggiore delle ipotesi, nell’ordine delle centinaia di euro.

Ecco una panoramica esaustiva.

 

  • Certificazione impianto elettrico per nuovi impianti: 0,00 €.
  • Certificazione impianto elettrico per impianto esistente: da 150,00 € a 200,00 €.
  • Certificazione impianto elettrico con lavori di adeguamento: da 200,00 € a 600,00 €.

 

 

Certificazione impianto elettrico: come si fa

 

La certificazione dell'impianto elettrico segue un modello standard. Nello specifico, deve contenere alcuni dati obbligatori, tra cui il tipo di impianto, i dati del professionista che l’ha realizzato, del committente e del proprietario dell’edificio, i riferimenti dell’ubicazione fino ai materiali utilizzati.

Inoltre, la certificazione deve essere accompagnata da alcuni allegati. Ecco quali.

 

  • Progetto dell’impianto (se l’immobile supera una certa dimensione).
  • Schema dell’impianto.
  • Relazione tipologica e lista dei materiali impiegati.
  • Certificato di iscrizione alla camera di commercio della ditta che ha realizzato o modificato l’impianto.

 

Se l’impianto è stato costruito prima del 1990 è sufficiente, come già specificato, la Dichiarazione di Rispondenza. A differenza della certificazione, essa non procede da un modello standard ma, pur conservando una certa completezza informativa, viene redatta sotto forma di relazione tecnica.

 

 

Certificazione impianto elettrico: le sanzioni per la mancata presentazione

 

Come abbiamo già visto, la certificazione dell'impianto elettrico rappresenta un obbligo stabilito dalla legge. A prescindere dalle sanzioni, di cui parleremo tra poco, vanno considerate alcune conseguenze spiacevoli connesse all’assenza di questo importante documento.

Per esempio, in sede di disposizione dell’immobile, quindi in caso di rogito notarile o locazione, la mancanza della certificazione non comunicata e accettata dalla controparte espone l’alienante o locatore a conseguenze di tipo civilistico.

Per esempio, anche in assenza di nullità dell’atto, il compratore può chiedere un risarcimento, in genere corrispondente alle spese per la realizzazione della certificazione stessa. Inoltre, il venditore o il locatore che non abbia comunicato l’assenza della certificazione è responsabile di eventuali danni a persone o cose causate dal malfunzionamento dell’impianto. Soprattutto, è responsabile penalmente.

Per quanto riguarda le sanzioni, esse riguardano essenzialmente l’installatore. In questo caso, si parla d una cifra che va dai 100,00 € ai 1.000,00 €, dipendente dall’entità e dalla complessità dell’impianto.

 

 

Certificazione impianto elettrico: come risparmiare

 

Come emerso nei paragrafi precedenti, il prezzo può variare molto, e non solo in base alle caratteristiche dell’impianto. Un fattore importante è il professionista o la ditta stessa, che hanno in merito un margine di discrezione elevato.

Dunque, come fare a risparmiare? Semplice, agendo di preventivo. Chiedete il preventivo ad almeno tre o quattro soggetti, confrontate le offerte e scegliete quella che vi dà le migliori garanzie in termini di rapporto qualità prezzo.

 

 




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